9/3/2023

Omologazione del piano di liquidazione: caso Tribunale di Reggio Emilia

Il Piano di Liquidazione del Patrimonio omologato dal Tribunale fallimentare di Reggio Emilia ha permesso ad una coppia di coniugi emiliani di uscire da una situazione debitoria divenuta insostenibile; dopo la perdita del posto di lavoro di uno dei due la coppia si è ritrovata senza uno stipendio, privandoli, quindi, di una entrata mensile fondamentale per la famiglia.

Questa è una delle prime sentenze e omologhe sulla ristrutturazione del debito in merito a casi concreti di Sovraindebitamento.

Il Sovraindebitamento e le famiglie italiane

L’Italia è stata una delle ultime nazioni in Europa a dotarsi di una legge che prevede una procedura di ristrutturazione del debito per famiglie, piccoli imprenditori ed in generale per tutti i soggetti non fallibili.

Attualmente in Italia 1 famiglia su 3 è sovraindebitata e anche le ultime rilevazioni Istat confermano che 7,2 milioni di italiani vivono in grave difficoltà economiche.

Sovraindebitamento e Piano di Liquidazione del patrimonio: il caso concreto

Siamo nel 2004 e due coniugi decidono di acquistare una casa: il marito ha un contratto a tempo indeterminato come operaio metalmeccanico e la moglie lavora con un contratto a tempo determinato in una cooperativa.

Grazie alla loro situazione lavorativa, finanziaria e patrimoniale piuttosto solida i due coniugi non faticano ad ottenere, dalla banca, un mutuo per l’acquisto dell’immobile e successivamente riescono ad ottenere anche altri finanziamenti con cessione del quinto dello stipendio del marito.

La crisi da sovraindebitamento

L’equilibrio economico della famiglia entra in crisi quando la signora perde il lavoro.

Dallo stipendio mensile del marito, il cui ammontare è di circa 1.700 euro devono essere detratti 700 euro per il mutuo e 600 per le rate dei finanziamenti. Con la rimanente parte i due coniugi fanno fatica a coprire le spese per il sostentamento della propria famiglia.

La banca, in assenza del pagamento delle rate da parte dei ricorrenti, invia un atto di precetto per un ritardo di dieci mesi nel pagamento del mutuo.

Sovraindebitamento: come uscirne

Non avendo altra via d’uscita i coniugi decidono decidono di affidarsi a dei professionisti che, dopo aver valutato con attenzione la loro posizione, consigliano alla coppia di attivare la procedura di sovraindebitamento.

Gli estremi per l'applicazione della legge 3/2012 sul sovraindebitamento vengono riscontrati: c'è una forte discrepanza tra il debito (circa 210.000 euro) e il patrimonio del debitore (un immobile con valore di mercato di 70 mila euro e un'automobile).

I coniugi vengono ritenuti "meritevoli" non avendo cercato di coprire i debiti contraendone altri, sperperando i loro soldi o alienando i loro beni.

Il concetto di meritevolezza è molto importante nella procedura di sovraindebitamento, ne abbiamo parlato dettagliatamente in questo articolo: “La Meritevolezza: Un Elemento Fondamentale Per L’omologazione Del Piano Del Consumatore”.

Il tribunale di Reggio Emilia, ricevuta l'istanza, nomina un organismo di composizione della crisi O.C.C..

Il Giudice, dopo aver valutato il piano e la relazione redatta dall’O.C.C., applica con decreto la liquidazione del patrimonio della famiglia: casa, automobile, un quinto dello stipendio per quattro anni successivi.

Come ridurre i debiti

I coniugi sovraindebitati, presentando un'istanza di esdebitazione hanno avuto la possibilità di ripartire da capo e ridurre i propri debiti.

A fronte di un ammontare del debito di circa di 210.000,00 euro, la coppia ha corrisposto ai creditori circa 100.000,00 euro: la metà del loro debito originario.

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